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toga avvocato

NOVARA-24-04-2018 - Fu ricoverata d’urgenza

al pronto soccorso del Maggiore di Novara perché accusava forti dolori al petto; la donna, dopo una prima visita, fu trasferita nel reparto di medicina per una sospetta polmonite e in quel reparto morì nella notte stessa successiva al ricovero. Per quella morte la procura di Novara ha chiamato a risponderne un cardiologo F.L., novarese sessantenne, che quella notte era medico di guardia all’unità coronarica, per non aver ritenuto necessario recarsi a visitare la paziente, che era in altro reparto, dopo un consulto telefonico richiesto dal collega della divisione dove la paziente era stata ricoverata, a seguito del rialzo dei valori della troponina (proteina contenuta nelle fibrocellule del cuore che viene rilasciata in circolo in caso di necrosi miocardica, ovvero in presenza di infarto miocardico, ndr). Nell’aprile del 2016 il tribunale di Novara aveva emesso sentenza di condanna a 4 mesi, pena sospesa, e il difensore, avvocato Gian Luigi Garone, aveva appellato la sentenza. Nei giorni scorsi i giudici della terza sezione della Corte d’Appello hanno confermato la sentenza ma - riferisce il legale - “hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Novara  per poter valutare responsabilità di altro personale sanitario dell’ospedale in servizio quel giorno e che aveva avuto in cura la donna. Il mio assistito non ha mai visto né la paziente né la sua cartella clinica; ha solo fornito un parere telefonico a richiesta del medico di medicina generale dove la donna era ricoverata e non gli fu mai chiesto di effettuare una visita”. E ha annunciato ricorso per Cassazione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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