CRODO- 08-05-2022- Soddisfazione per l’alto livello dei relatori intervenuti al convegno sul lupo e il futuro dell’allevamento in montagna, viene espressa in una nota dal presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte,Alberto Preioni, che sottolinea l’importanza del momento di confronto organizzato a Crodo dal Comitato salvaguardia allevatori Vco, alla presenza di moltissimi esperti del settore, sindaci e amministratori della provincia.
Lo stesso presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte, che in mattinata ha presenziato alla prima parte dell’incontro, si complimenta con gli allevatori che si sono costituiti in un’associazione ufficiale, loro che fanno vivere le nostre Alpi al prezzo di grandi sacrifici e che sono paladini della montagna e degli alpeggi, preservando il nostro splendido territorio.
Poi snocciola i numeri a sostegno dell’allarme: oltre 500, al momento, i lupi in Piemonte. Da parte mia, dei presidenti delle commissioni Ambiente e Caccia e montagna e del gruppo regionale, ci siamo su questa battaglia che ogni giorno diventa sempre più drammatica.
Una problematica che purtroppo negli ultimi anni è esplosa, prima nel torinese, nell’alessandrino e nel cuneese e poi, in maniera pesantissima, anche nel Vco, dove ogni giorno vengono documentate decine e decine di scorribande dei lupi. Siamo favorevoli a tutte le misure che sono state via via adottate, tra cui le reti elettrificate e i cani da guardiania, ma il quadro ora richiede nuove azioni a livello politico e serve la collaborazione di tutti per raggiungere l’obiettivo, lo ribadiamo, di adottare in tempi brevi il modello francese.
Il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte rimarca, infine, come sia indifferibile l’intervento del ministro Cingolani per risolvere l’annosa questione e consentire agli allevatori di proteggere le loro greggi con misure efficaci. Solo così intere famiglie che da generazioni abitano in montagna potranno continuare a tutelare le loro comunità; l’alternativa, il rischio concreto che si va profilando senza interventi forti, sarebbe l’abbandono del territorio e degli alpeggi da parte di diverse piccole e medie attività, impossibilitate a proseguire il loro lavoro. E questo nessuno di noi lo vuole.